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Lo sfruttamento dell'energia elettrica in Italia iniziò verso la fine dell'Ottocento, con la costruzione delle prime centrali elettriche. Nel secolo seguente il paese vide una notevole crescita del settore, con la costruzione di nuove centrali elettriche, uno sfruttamento molto vario delle fonti energetiche e l'aumento progressivo delle utenze.

Questi fattori spinsero il Governo a istituire nel 1962 l'Ente nazionale per l'energia elettrica, allo scopo di ammodernare e unificare il sistema elettrico nazionale. Tra il 1990 ed il 2000 si è assistito ad una progressiva liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica.

Storia

Verso la produzione dell'energia elettrica

Nel 1745 nacque Alessandro Volta, che iniziò la sua attività di ricercatore e sperimentatore seguendo le ricerche di un altro italiano Luigi Galvani. Galvani fece i suoi primi esperimenti di elettrologia con le rane, scoprendo una certa elettricità animale. La sua teoria, rivelatasi in seguito un errore, si contrappose alle scoperte di Volta, dando vita ad accesi dibattiti in favore delle rispettive teorie. Da questa controversia nacque la prima pila della storia, ideata da Volta nel 1799.[1] Alle teorie di Volta seguirono quelle di Coloumb, Faraday, Ampere, Ohm e molti altri, che realizzarono le fondamenta del futuro mercato energetico.

Gli studi e le ricerche sull'elettromagnetismo segnarono l'inizio della produzione e l'utilizzo come energia motrice dell'energia elettrica tramite dinamo ed alternatori. L'italiano Antonio Pacinotti, con il suo "anello", riuscì a costruire la prima macchina in grado di trasformare l'energia meccanica in energia elettrica continua. Seguirono gli studi del fisico Galileo Ferraris, incentrati sul campo magnetico rotante e sulla teoria del motore asincrono, che culminarono con la costruzione dei primi modelli di motore elettrico asincrono.[2]

La nascita della lampadina e la prima centrale italiana

La seconda rivoluzione industriale, iniziata a metà Ottocento segna importanti progressi nel settore tecnico-scientifico. Tra le invenzioni più importanti troviamo la lampadina a incandescenza, la cui invenzione è attribuita all'inventore britannico Joseph Wilson Swan. L'invenzione di Swan fu poi perfezionata da diversi inventori, fra cui l'italiano Alessandro Cruto (primo produttore di lampadine in Italia)[3] e l'americano Thomas Alva Edison. Quest'ultimo brevettò la lampadina prima di Cruto[4], che però riuscì a produrre una lampadina funzionante il 4 marzo 1880, cinque mesi dopo Edison, sebbene lo scienziato statunitense impiegò altri otto anni per ottenere un prodotto commercialmente valido.[5]


Note

questa pagina è stata revisionata l'ultima volta il giorno 14-06-2023
  1. Fabio Bevilacqua, [1], "La controversia Volta-Galvani e la scoperta della pila "
  2. Giovanni Lenta, [2], "Storia dell'Energia Elettrica"
  3. Il Sole 24 Ore, [3], "Nella storia della lampadina c'è anche un po' di Italia" di Silvia Sperandio.
  4. google.it, [4], brevetto US 223898 A di Thomas Alva Edison
  5. museoscienza.org, [5], Biografia di Alessandro Cruto
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